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Carnet de bal. Dame e cavalieri in musica

Una rarissima collezione scopre piccoli e pregiati oggetti d’arte protagonisti nella storia e nella cultura d’Ottocento, dipingendo quel mondo attraverso i libricini in cui le dame annotavano i nomi dei cavalieri con i quali avrebbero ballato nei vari ricevimenti.
Un ringraziamento al riguardo va alla Contessa Maria Alagia della Torre di Lavagna che ci ha permesso di ammirare una raccolta dal valore più che significativo.

 

Carnet de bal, Italia fine ‘800, cm 10×7. Copertina in pelle, iniziali smaltate in blu e bianco, corona in argento dorato e smalto. All’interno, pagine in carta, litografia con intestazione “Ballo a Corte, Roma 11 febbraio 1885” e Ordine delle danze

 

I carnets de bal. Objets de vertu

Ci riportano indietro nel tempo e ci parlano non solo di eleganza ma di promesse di ballo e di amore che giungono a noi come scrigni custodi di ricordi e di passioni vissute nella vita dell’epoca.
Quanta storia di sentimenti in quei libricini! In questo senso è bello ricordare l’opera cinematografica “Carnet de bal” che nel 1937 vinse il premio come miglior film straniero alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. La pellicola narra la storia di una gentildonna che, rimasta vedova, vuole ritrovare il suo vecchio amore mai dimenticato. Lo ritrova quando scopre in un vecchio baule un suo carnet de bal che fa rinascere l’amore per quel cavaliere con il quale aveva ballato.

 

Come nasce la collezione dei carnet de bal?

A tal proposito Donna Maria Alagia ci rende partecipi di un evento della sua vita; ci racconta che nel 1961 la nobildonna Hélène Frigerio Bonvicino donò alla giovane sposa Alagia il suo personale carnet de bal, un carnet speciale poiché donna Hélène lo aveva ricevuto in dono dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III in occasione della sua partecipazione al Ballo di Corte al Palazzo Reale di Torino. Questo dono fu molto apprezzato e amato tanto che fece nascere nella giovane Alagia la passione per la ricerca di questi emblematici oggetti d’arte.

 

Carnet de bal, Italia, fine 1800, cm 6×8,6. Copertina in pelle bianca con iniziali V.E. – Vittorio Emanuele – e corona. l’Interno con pagine in carta riporta l’Ordine delle danze, matita e catenella con anello

 

Oggi la collezione comprende più di 350 pezzi in oro, argento, avorio ed altri materiali dai decori preziosi, pezzi unici d’arte applicata che per il loro pregio identificavano la classe sociale della dama e non solo: questi affascinanti oggetti erano anche motivo di dono delle famiglie aristocratiche alle figlie per il loro debutto in società.
Dopo la Rivoluzione francese, con l’affacciarsi dell’alta borghesia industriale, i grandi balli divennero anche motivo di incontri d’affari e di matrimoni, spesso, per interessi economici. Per tali motivi presero vita modelli più fantasiosi, e tuttavia le raffinate tecniche di incisione sui metalli e i materiali pregiati che contenevano i libricini non furono mai abbandonate.

 

Una collezione dal mondo

La tradizione del carnet del bal nasce in Austria nel XVIII secolo ma presto si diffonde in tutta Europa e in America. La passione di Donna Alagia per i viaggi ha trovato una meravigliosa continuità con l’amore per la ricerca di questi piccoli oggetti preziosi. Nel visitare i vari Paesi la nostra collezionista – che ha fatto due volte il giro del mondo – ha sempre ricercato i suoi amati carnets presso ogni antiquario nei vari luoghi visitati. Infatti la raccolta, che comprende oggetti provenienti da Europa, Canada, Stati Uniti, Giappone, Cina, ci offre un contenuto multiculturale che rievoca la valenza universale dei sentimenti.

 

Piccole opere d’arte

Le dimensioni di queste piccole rarità vanno dai 4 ai 13 centimetri; venivano portate dalle dame nelle borsette o, con raffinate catenelle, al collo, al polso, la dito, e a volte anche pendenti da una cintura elegante in tono con l’abito da ballo. Rimasti in auge fino agli anni ’20 del Novecento, restano ancora oggi ricercatissimi da collezionisti e amatori.
Donna Alagia, concludendo questa magica narrazione di cultura, ricorda che alcuni carnets sono entrati nella leggenda, e solo per un nobile esempio, sovviene alla memoria il carnet della Marchesa Casati (1881-1957), nobildonna milanese che nel 1913 commissionò a Cartier un carnet personalizzato con oro e diamanti, decorato con miniature raffiguranti lei stessa in abiti teatrali.

 

Già nel Settecento si potevano trovare carnets de bal custoditi insieme ad altri piccoli accessori. Scatola in pelle contenente libretto, carnet de bal e portamonete, Francia, fine XIX secolo, tartaruga intarsiata in madreperla.

 

“Mes carnets de bal”, il volume che la Contessa Maria Alagia della Torre di Lavagna ha voluto dedicare alla sua collezione di carnets de bal. In copertina il ritratto della Nobildonna Hélène Frigerio Bonvicino. Grafiche 2am – Venezia 2012

In copertina: Insieme di carnets de bal, Francia, fine XIX, cm 6×4 circa. Copertine in avorio, pagine in avorio, catenelle con anello da dito, matite

 

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