Arti decorative Rubriche 

Francesco Nonni. Xilografo e plasticatore

All’interno della mostra “Ceramiche Déco. Il gusto di un’epoca”, visibile al MIC di Faenza fino al primo ottobre, grande rilievo è stato dato all’opera di Francesco Nonni (1885-1976), artista di cui erano esposte opere xilografiche e ceramiche tra le quali spiccava il magnifico lungo Corteo Orientale.
Composto da 25 pezzi, decorato dal maestro ceramista Anselmo Bucci, il gruppo raffigura il corteo nuziale (o orientale) di ispirazione indiana riconosciuto dagli esperti come l’originaria prima versione realizzata da Nonni, e cioè proprio quella che vinse la Medaglia d’argento all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi del 1925.
Di questa prima versione, messa a disposizione per l’evento di Faenza dal collezionista che ne è proprietario, si conosceva l’esistenza, ma l’opera non era mai stata vista prima; viceversa, la successiva quasi identica composizione datata 1927, nota e già esposta, è ad oggi patrimonio del Museo Internazionale della Ceramica di Faenza; si è potuta ammirare ad un’altra grande mostra che quest’anno ha attirato migliaia di collezionisti a Forlì: “Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia”, chiusasi lo scorso giugno.

 

 

Poliedrico artista-artigiano, interprete raffinato dell’Art Déco, Francesco Nonni si mise in luce nell’ambiente artistico italiano sin dal primo Novecento.
In qualità di formatore ceramico, nel corso del secolo creò piccole figure di originale eleganza, ed ancora fu xilografo e incisore di tavolette in avorio, disegnò mobili, oggetti d’arredo e manifesti pubblicitari. Fu anche autore di raffinati dipinti ad olio, ideatore di figurini di moda per signore e bambini, illustratore di libri scolastici, romanzi, novelle e poesie per case editrici rinomate quali Mondadori e Sandron.

Nato a Faenza il 4 novembre 1885, nel 1896, dopo la quinta elementare, il piccolo Francesco trovò occupazione come apprendista intagliatore presso l’ebanisteria Casalini di Faenza dove lavorava già il padre falegname, mostrando da subito una straordinaria abilità nell’incidere con la sgorbia. Contemporaneamente, frequentò i corsi serali della Scuola di arti e mestieri di Faenza diretta dal pittore Antonio Berti e titolare della cattedra di Ornato e nel 1901; preso il diploma e superato l’apprendistato, fu assunto come operaio ebanista presso la stessa ditta Casalini.
Si deve alle amicizie nate sui banchi di scuola e all’appartenenza al gruppo denominato in seguito Cenacolo Baccarini – dal nome del giovane leader di un nucleo artistico faentino di primo Novecento – la frequentazione con: Giuseppe Casalini, Giovanni Chiarini, Ercole Drei, Riccardo Gatti, Giuseppe Golfieri, Giovanni Guerrini, Pietro Melandri, Odoardo Neri, Francesco Papiani, Antonio Piazzoli, Domenico Rambelli, Orazio Toschi, Giuseppe Ugonia e Publio Zanelli, talentuosi creativi destinati a distinguersi nelle diverse discipline delle arti.

 

 

In qualità di xilografo, il riconoscimento artistico arrivò per Francesco già nel primo decennio del secolo grazie ad alcune esposizioni riservate ai talenti emergenti, svoltesi a Faenza, Milano, Forlì, Ravenna, Venezia, dove l’artigiano/artista raccolse premi e note di encomio da parte di critici autorevoli quali Ugo Ojetti.
Nel 1909 a Firenze, dove nell’anno scolastico 1909-10 frequentò la Scuola libera di nudo presso il Regio Istituto di Belle Arti, conobbe e divenne aiutante del maestro Adolfo De Carolis, noto artista e decoratore fautore della brillante rinascita dell’arte xilografica, in un periodo in cui le innovative forme di riproduzione fotomeccanica erano già comunemente in uso anche in Italia.
Seguendo l’insegnamento del Maestro, anni dopo, per conto dell’Editore Lega di Faenza, Nonni avrebbe dato vita alla rivista d’arte Xilografia che presentava i lavori dei migliori incisori italiani del periodo.
La rivista, edita mensilmente dal 1924 al 1925 in 300 copie tirate da legni originali, conteneva in ogni numero 10 grafiche autentiche. Nel 1926 il periodico divenne trimestrale; l’ultimo fascicolo presentava 30 xilografie. Nei soli 3 anni di vita Xilografia ebbe un enorme successo e fu apprezzata anche all’estero.

 

Francesco Nonni, “Damina con Pierrots”, maiolica policroma, 1922. (MIC, Faenza)

Un grande fervore creativo accompagnò Nonni negli anni precedenti la Grande guerra; espose, infatti, alle più importanti rassegne italiane e straniere legate alle diverse forme di arte decorativa e insegnò presso lo stesso istituto faentino che lo aveva visto allievo.
Nel febbraio del 1916, richiamato alle armi, entrò a far parte del 262° Reggimento Fanteria, e a seguito della disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917) venne fatto prigioniero e deportato nel campo di concentramento di Celle, nell’Hannover. Del suo lungo periodo di prigionia, passato in terribili condizioni di vita e sofferenza, rimangono i drammatici disegni conservati a Faenza presso la Biblioteca Manfrediana.
Nel 1923, tornato a Faenza, l’artista entrò a far parte dello “studio di vicolo Terracina” diretto da Anselmo Bucci, insegnante di Disegno ornamentale presso la Regia Scuola di ceramica. Dalla frequentazione dei due creativi nacque la produzione che vide Nonni modellare le eleganti figure in argilla sulle quali Bucci, abile decoratore, interveniva creando in superficie lustri e patine in oro e argento, motivi geometrici, floreali e orientaleggianti dai raffinati toni coloristici.

 

Nascono così le celebri serie delle Damine e dei Pierrot che faranno ricordare Nonni quale interprete eccellente del Déco italiano più leggero e fantasioso, un riconoscimento già all’epoca confermato dai continui successi alle varie esposizioni nazionali e internazionali.
È del 1931 la sua ultima occasione pubblica importante: la “Settimana italiana di Atene”, insieme agli amici Rambelli e Drei; negli anni a seguire, solo una vita appartata da artista e insegnante presso la Scuola Minardi. La Salomè con in mano la testa del Battista, maiolica smaltata, alta due metri decorata dall’amico Bucci, resta tra le opere più significative a chiusura degli anni Trenta.
Nel 1955, andato in pensione, Francesco Nonni fu nominato membro dell’Accademia Clementina di Bologna; agli inizi del ’66, la Riunione cittadina di Faenza gli assegnò la Medaglia d’oro.
Morì nella sua città il 14 settembre 1976.


Nell’immagine di copertina: Francesco Nonni , “Corteo Orientale”, 1925, maiolica policroma con finiture a terzo fuoco, misure varie.
(Collezione privata. In mostra a “Ceramiche Déco. Il gusto di un’epoca”, MIC Faenza)

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