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“Giorgio de Chirico e la Neometafisica”. Ad Osimo, l’ultima produzione del Maestro in un’esposizione curata da Vittorio Sgarbi

Fino al 4 novembre Palazzo Campana ospita una mostra di opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, da alcuni anni impegnata a mettere in evidenza l’ultima produzione del Maestro

L’opera di Giorgio de Chirico fu via maestra, tracciò il solco sul quale si mossero molte esperienze pittoriche del Novecento: il Dadaismo, il Ritorno all’Ordine, la Nuova Oggettività, il Realismo Magico, il Surrealismo, fino alle esperienze a noi più vicine della Pop Art e oltre.
Eppure, nel corso del secolo la visione artistica del Maestro fu derisa e osteggiata da artisti coevi e messa in cattiva luce da aspre critiche (Roberto Longhi) alle quali egli rispose esprimendo giudizi negativi e provocatori su buona parte dell’arte a lui contemporanea.
Pittore che si definì classico, ambì a competere con i grandi: Rubens, Velasquez, Tiziano; odiò le avanguardie ma fu avanguardia lui stesso. In controtendenza alle idee innovative operò per ‘salvare’ quella che lui definiva ‘la vera arte’: il saper dipingere col pennello, impegnandosi a divulgare il suo pensiero anche attraverso scritti teorici.

 

“Sole sul cavalletto”, 1973, olio su tela, cm 64,5×81. Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

La stagione Metafisica giovanile

Dal secondo decennio fino agli anni Venti del Novecento de Chirico espresse attraverso la Metafisica il suo mondo interiore, una visione fantasiosa ma allo stesso tempo classica, legata al ricordo dell’adolescenza vissuta prevalentemente in Grecia (lasciata definitivamente nel 1906) e intrisa di cultura filosofica tedesca (soprattutto Nietzsche); un meraviglioso insieme fuori dalla realtà, dove elementi del mito si uniscono a prospettive irreali, dove la novità del manichino va in scena insieme a sagome geometriche e cavalli, a scorci di piazze, reminiscenze oniriche di città amate come Firenze e Ferrara.
Nel 1914, sulla rivista d’arte e letteratura “Lacerba”, Ardengo Soffici scrive: “La pittura di de Chirico non è pittura nel senso che si da oggi a questa parola, si potrebbe definire una scrittura di sogni”.

 

“Conversazione delle Muse”, 1973, matita, carboncino, acquerello su cartone, cm 39,8×41,5. Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Giorgio de Chirico e la Neometafisica

A quasi 40 anni dalla scomparsa del grande artista, Osimo, cittadina marchigiana, rende omaggio al Maestro presentando in prevalenza il periodo dagli anni ’50 in poi attraverso  60 opere circa tra dipinti, disegni, sculture e grafiche.
Non si possono ammirare, dunque, i lavori multimilionari del periodo metafisico aureo – per le Casse comunali di un centro minore, difficili da avere in prestito e da assicurare con alte polizze – ma le opere successive: scorci di Venezia, figure femminili e soprattutto, fulcro della mostra, una serie di dipinti che ripropongono i temi degli anni giovanili, soggetti che il Maestro torna a visitare in vecchiaia, intrisi di luminosa freschezza e di qualche novità segnica.

Dalla Metafisica alla Neometafisica

Se dal ’68 al ’78 de Chirico torna ai temi più amati negli anni Dieci, Venti e Trenta, non è per mancanza di genio creativo ma per effetto di un diverso sentire interiore. Sembra come se dopo tanto ‘essere contro’, arcigno e pungente, egli abbia fatto pace col mondo e a nostro vantaggio voglia mostrarne gli effetti con l’aggiornamento di quella che potremmo definire la versione 2.0 della Metafisica: la Neometafisica appunto.

 

 

È un de Chirico più libero e divertito, quello che oggi appare agli occhi di chi guarda con attenzione la produzione del pittore allora ottantenne, rilevando un’inconsueta vividezza e un certo allegro movimento in quei soggetti un tempo icone di un fermo immagine assoluto e immutabile.
A cambiare è soprattutto il cromatismo. Alla malinconica visione di toni scuri egli  sostituisce la luce indotta dai colori vivaci – naturalmente, sempre per come nella sensibilità del Maestro possa intendersi il temine ‘vivace’.
I manichini, i cavalli, le piazze, i suoi assemblaggi di figure geometriche entrano in ‘modalità’ ludica (“L’anniversario del Principe”, 1973) e rivivono animati da nuova personalità: erano bui e pensierosi “Gli Archeologi” del 1927, sono luminosi e affettuosi “Gli Archeologi” del 1968.

 

 

Protagonista di una continua modernità

Auto restyling o citazione di sé, sta di fatto che se da un lato con la Neometafisica il ‘Pictor Optimus’ riafferma la sua convinzione di essere l’unico vero artista del Novecento, dall’altro egli strizza l’occhio agli esordienti che nel secondo cinquantennio lo vedono come un esempio (Del Pezzo, Ceroli, Gnoli), e non manca di ricordare loro che lui, e sempre lui, resta la guida, la fonte da cui tutto è originato.
Come ha dichiarato Vittorio Sgarbi, curatore della mostra a Osimo, l’ultimo de Chirico “(…) introduce degli elementi molto singolari che consuonano con le ricerche degli artisti della Pop Art (…), i giovani artisti nati negli anni ’30 sono i suoi compagni di strada, e lui è con loro”.
Il curatore cita ad esempio Gino Marotta e Mario Ceroli, creatori di sagome – l’uno in metacrilato colorato l’altro in legno naturale – proprio mentre il Maestro aggiunge ai suoi temi storici forme scure, come ritagliate.
Col desiderio di inventare una lingua nuova ma sempre in coerenza con sé stesso, il de Chirico degli ultimi 10 anni si proietta verso il futuro, rimixa il passato e aggiunge quel poco che gli fa guadagnare mezzo secolo di colpo. Torna ad essere un contemporaneo. È di nuovo un’avanguardia.

 

 

Organizzata dal Comune di Osimo con la partecipazione dell’Istituto Campana, della Fondazione Don Carlo Grillantini e dell’Associazione culturale “Metamorfosi”, la mostra “Giorgio de Chirico e la Neometafisica” è arricchita da un catalogo in cui sono presenti, oltre al saggio di Vittorio Sgarbi, testi di Maria Letizia Rocco, collaboratrice alla curatela, e di Riccardo Dottori. Presentazione di Paolo Picozza, Presidente della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.


Giorgio de Chirico e la Neometafisica
Osimo (An) – Palazzo Campana
Fino al 4 novembre 2018
Orario: 10-13 / 16-19
www.dechiricoaosimo.it

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