Collezionare Rubriche 

God save the Queen

Le Commemorative potteries della famiglia reale inglese

di Marina Minelli

Lo scorso 21 aprile la regina Elisabetta II ha festeggiato il novantesimo compleanno mentre il 9 settembre 2015, ha superato il record del regno più lungo di tutta la storia britannica (63 anni 7 mesi e due giorni) fino a quel momento detenuto dalla trisavola Vittoria. Nel 2012 questa amabile anziana signora, che pur non avendo alcun ruolo di governo è un capo dello Stato autorevole e molto rispettato, ha celebrato anche il suo Giubileo di Diamante, ovvero i sessanta anni sul trono. Incarnazione stessa della “Britannia” alla cui grandezza ha dedicato tutta la vita, in questi oltre 64 anni di regno Elisabetta II ha affrontato senza battere ciglio avversità di ogni genere: dall’abdicazione di Edoardo VIII alle bombe tedesche su Londra, dalla morte prematura dell’adorato padre alla vita ad alto tasso alcolico della sorella minore, dall’assassinio dello zio lord Mountbatten fino all’annus horribilis: il 1992, che ha visto le separazioni tra Carlo e Diana e tra il Duca e la Duchessa di York, il divorzio tra la principessa Anna e il capitano Mark Phillips, e che si è chiuso con il disastroso incendio dell’amato castello di Windsor. Sempre sorretta da un granitico senso del dovere, la regina è riuscita a mantenere ben salda la rotta persino nel momento in cui gli scandali sembravano aver ridotto al lumicino le possibilità di sopravvivenza della corona.

Memorabilia regali

Da decenni gli inglesi guardano alla regina, simbolo vivente della loro storia e delle loro tradizioni, con grande stima e affetto reverenziale cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni. Uno degli elementi chiave di questa relazione sono i numerosi memorabilia o, come li chiamano oltremanica, i commemoratives. Eterogenei per gusto, stile e materiali, ma rigorosamente contemporanei agli avvenimenti trattati, questi oggetti favoriscono la condivisione popolare degli eventi legati alla monarchia poiché attraverso di essi i sudditi possono simbolicamente prendere parte a una celebrazione e farla propria. All’interno dell’ampia categoria dei “gadget” a tema reale hanno un rilievo tutto particolare le ceramiche.

Commemorative potteries

Le commemorative potteries non sono soltanto funzionali alla promozione della royal family come istituzione e alla diffusione dell’immagine positiva del sovrano in quanto emblema vivente della nazione, ma incentivano l’adesione “virtuale” dei sudditi a un momento storico, favoriscono la sublimazione dell’ideale monarchico attraverso il rito inglese per eccellenza, l’afternoon tea e non ultimo, promuovono il distretto delle ceramiche.

Tutto inizia intorno alla metà del Seicento quando Carlo II Stuart viene richiamato sul trono inglese dopo la morte di Cromwell: i volti del re e della regina compaiono su piatti, brocche e ciotole; sono oggetti semplici, quasi rozzi, ma in questo modo il sovrano “restaurato” entra nelle case. L’uso delle commemoratives attraversa indenne il passaggio dagli Stuart agli Hannover arrivati sul trono inglese nel 1714. Intanto verso la metà del Settecento nello Staffordshire la produzione artigianale di ceramiche si trasforma in una vera e propria industria. Nei villaggi chiamati “The Potteries” (che nel 1910 diventano un solo comune, Stoke-on-Trent) nascono quelle che saranno le più grandi aziende inglesi. Il celebre Josiah Wedgwood fonda la sua manifattura nel 1759 e nello stesso periodo inventa (o forse perfeziona) il creamware, cioè la versione inglese della maiolica; con questo materiale, molto durevole, più facile da lavorare e da decorare (anche con il metodo del transferware altra grande novità dell’epoca), Josiah crea una teiera che nel 1765 offre alla regina Charlotte. Le ceramiche di quegli anni informano i sudditi sulle vicende della corte e della royal family, ma il vero grande periodo d’oro delle commemorative potteries inizia con l’arrivo sul trono della regina Vittoria la cui lunga e variopinta esistenza (comprensiva di molti figli, decine di nipoti e pronipoti e grandi eventi fra cui due giubilei e la nascita ufficiale dell’Impero) offre lo spunto per un’infinità di memorabilia. Fra l’altro, la nuova moda del tè pomeridiano, introdotta verso il 1840 da una dama di corte della regina, dà una bella spinta alla produzione e alla diffusione dei tea set. Infatti i memorabilia assolvono in pieno alla loro funzione soprattutto quando entrano nell’uso quotidiano delle famiglie britanniche.


Nel 1901 Edoardo VII succede alla madre Vittoria. Le commemoratives realizzate per la sua incoronazione sono molto raffinate ma contengono un vistoso e imprevedibile errore: il giorno è sbagliato. La cerimonia prevista inizialmente per il 26 giugno del 1902, si svolge in realtà il 9 agosto perché il re viene operato d’urgenza di appendicite; solo poche aziende riescono a correggere la data e ovviamente i pezzi “giusti” sono rari. Secondogenito non destinato al trono, Giorgio V compare sulle potteries in occasione del matrimonio con Mary di Teck, il 6 luglio del 1893, poi in alcune commemoratives per il Giubileo di Diamante della nonna e l’incoronazione del padre, ma per la grande produzione a lui dedicata bisogna aspettare, il 22 giugno 1911 quando si siede in pompa magna sul trono di Sant’Edoardo. L’incoronazione di Edoardo VIII, succeduto al padre Giorgio V nel gennaio del 1936, viene programmata per il maggio dell’anno successivo e questo grande preavviso favorisce un’abbondante e originale produzione di ceramiche. Le manifatture dello Staffordshire si preparano a inondare la Gran Bretagna e l’impero con i classici tea set e con mug di tutte le fogge e stili e i disegni originali sono spesso opera di famosi artisti. Purtroppo l’affascinante e inquieto David non cingerà mai la corona; innamorato di Wallis Simpson, una donna che l’establishment, il governo e la famiglia reale considerano inappropriata, il sovrano decide di lasciare il trono al fratello. Per le fabbriche di Stoke l’abdicazione è un colpo al cuore: le potteries si trasformano in oggetti inutili e persino imbarazzanti, quindi invendibili. Qualcuno prova a trasformare le tazze in abdication memorabilia, ma l’operazione, in una nazione scioccata da questa palese mancanza di senso del dovere e rispetto delle tradizioni, non ottiene alcun successo. Giorgio VI diventa re il 10 dicembre 1936 e per l’incoronazione decide di mantenere la data stabilita dal fratello (maggio 1937), così le aziende si devono adeguare in fretta. Sulle potteries compaiono il nuovo sovrano, la moglie e a volte anche le figlie Elizabeth e Margaret. Il primo evento lieto del dopoguerra sono le nozze della futura regina che però vengono celebrate in piena austerity e danno luogo a ben pochi memorabilia di ceramica. I fedeli sudditi avranno modo di rifarsi nel 1953 quando la giovane Elisabetta II, che è succeduta al padre il 6 febbraio 1952, cingerà la corona secondo l’antico rituale. L’entusiasmo popolare è grande e tutte le fabbriche dello Staffordshire mettono in produzione una quantità di commemoratives. La giovane sovrana appare su mug, cup&saucer, piatti, jug, brocche e teiere da sola, con i figli, con il marito, in abiti civili, ma anche in divisa o in diadema; i materiali sono quelli in uso da duecento anni, il creamware, l’ironstone e la porcellana per i tea set più costosi e pregiati. Sarà questo, in un certo senso, il ‘canto del cigno’, perché molte aziende storiche chiuderanno i battenti di lì a poco (nel 1956 gli oltre 2000 forni a carbone di Stoke-on-Trent vengono messi fuori legge e abbattuti) e anche se tutti i successivi eventi reali avranno le loro tradizionali potteries, la qualità e la varietà degli oggetti realizzati fra 1952 e 1953 non sarà mai più eguagliata. L’interesse popolare per le commemoratives comunque resta forte. Le manifatture sopravvissute continuano a sfornare ceramiche dedicate alla regina, ai suoi viaggi, alle visite di Stato, ai compleanni, gli anniversari, ai matrimoni dei diversi membri della royal family e ai giubilei. Cambia invece il tipo di oggetti, il tea set passa di moda e si afferma la mug, pezzo forte di molti eventi (l’investitura del principe di Galles nel 1969 e il Silver wedding della coppia reale nel 1972). Nel 1977 in occasione del Silver Jubilee le manifatture immettono sul mercato tanti manufatti a basso costo ma anche, e con grande successo, alcune edizioni limitate. Quattro anni dopo sull’onda dell’entusiasmo per le nozze del principe di Galles con lady Diana Spencer i ceramisti di Stoke-on-Trent si rimettono all’opera e ancora una volta le commemoratives vanno a ruba.

I quarant’anni di regno della regina e poi il Golden Jubilee sono motivo di celebrazioni e relativi memorabilia anche se il primo anniversario coincide con il famoso annus horribilis (1992), e il 2002 è rattristato dalla scomparsa della principessa Margaret e della regina madre. Per una nuova grande ondata di ceramiche commemorative bisognerà aspettare il decennio successivo che si apre con le nozze del principe William e Catherine Middleton (2011) e prosegue con il Diamond Jubilee (2012), la nascita dei principini George (2013) e Charlotte (2015), il traguardo del regno più lungo (2015) e i 90 anni della regina (2016). Oggi sono soprattutto le grandi aziende come Spode, Aynsley, Wedgwood, Crown Derby, Rington, Burleigh a produrre commemoratives, ma nel frattempo anche il Royal Collection Trust ha iniziato a vendere (negli shop delle dimore reali, on line e in alcuni grandi magazzini) una linea di oggetti commemorativi in bone china. I manufatti, realizzati per ogni occasione degna di nota (royal wedding, anniversari, giubilei), spesso ispirati a oggetti della collezione reale e rigorosamente “made in England”, ottengono sempre un grande successo e costituiscono un’entrata importante per il Trust. La tradizione delle royal commemorative potteries continua…


re4-reginare5-regina

A sinistra. In occasione dell’incoronazione di Edoardo VIII, prevista per il maggio del 1937, la famosa designer Dame Laura Knight aveva creato una bellissima mug prodotta da Burleigh nella sua forma originale, e su licenza – con alcuni dettagli diversi – anche da altre manifatture; sulla tazza appare il profilo di Edoardo VIII circondato da un San Giorgio che uccide il drago, un elefante e il “coats of arms” del re; arricchisce l’oggetto un manico a forma di leone rampante. Il sovrano però, decise di abdicare a favore del fratello e il disegno venne trasformato: nella nuova mug i simboli araldici restano gli stessi ma nel medaglione ci sono il nuovo re Giorgio VI e la moglie Elizabeth.
A destra. Anche le commemoratives potteries contribuirono a diffondere l’immagine di una famiglia reale unita e serena dopo lo scandalo provocato dall’ex sovrano, diventato duca di Windsor, a causa di Wallis Simpson. I nuovi manufatti, realizzati a tempo di record, erano sicuramente meno “artistici” di quelli studiati per Edoardo VIII, ma cercavano di rassicurare un paese sotto shock mostrando il volto sereno del nuovo re, un uomo dotato di grande senso del dovere, della moglie devota e delle loro bambine, le principesse Elizabeth e Margaret Rose.


zoom su… Marina Minelli

requenn-mm
La collezionista Marina Minelli

Laureata in Storia, giornalista e studiosa di famiglie reali, Marina Minelli nel gennaio del 2009 ha ideato AltezzaReale.com, il primo e unico sito italiano dedicato ai royal. Autrice di “101 storie di regine e principesse che non ti hanno mai raccontato”, “101 storie sulle Marche che non ti hanno mai raccontato”, e “Le regine e le principesse più malvagie della storia”, la Minelli ha partecipato come opinionista e commentatrice a trasmissioni televisive e radiofoniche su Rsi, La7, Canale 5, Rai Uno, Rai Due, Radio Uno e Radio Due. I suoi articoli sono apparsi su riviste italiane e straniere. «Elisabetta II per me è un mito assoluto e inarrivabile – spiega la collezionista – una passione che risale a quando ero bambina. Sulla copertina di una rivista vidi la foto della giovane regina e da quel momento ho iniziato a raccogliere ritagli di giornale e cartoline». Nella collezione della giornalista anconetana troviamo riviste, libri, giornali, post card vintage ma soprattutto decine di tazze, mug, teiere, rigorosamente “made in England”, riportanti volti dei regnanti o dei principi, il monogramma o lo stemma della famiglia reale. «Le potteries sono entrate in collezione per ultime – racconta – frutto di acquisti, regali di amici e casuali ritrovamenti in mercatini del vintage e dell’antiquariato in Italia e all’estero; mia madre era una brava ceramista e mi ha trasmesso l’interesse per questo genere di manufatti».
Dal 12 novembre al 6 gennaio le Commemorative potteries di Marina Minelli saranno in esposizione al Munacs, il Museo Nazionale del Collezionismo Storico, di Arezzo che celebrerà i 90 anni della regina Elisabetta II con l’esposizione di oltre 200 oggetti in ceramica dedicati alla royal family.
Si potranno ammirare oggetti creati dalle più famose manifatture inglesi fra cui Wedgwood, Spode, Burleigh, Royal Albert, Mason, Churchill, Royal Doulton, Aynsley, che ricostruiscono per immagini la lunga vita della sovrana attraverso i momenti salienti del regno: il Silver Jubilee del nonno Giorgio V, l’incoronazione del padre Giorgio VI, i compleanni, gli anniversari, i matrimoni dei figli e i suoi Jubilee fino al novantesimo compleanno festeggiato il 21 aprile scorso. Accanto alle potteries saranno in mostra anche cartoline postali d’epoca, giornali e riviste inglesi, francesi e italiane dagli anni ’50 del Novecento ad oggi, inoltre alcuni tavoli verranno allestiti con ceramiche commemorative dell’incoronazione del 1953 e del Silver Jubilee del 1977.


Articolo pubblicato su La Gazzetta dell’Antiquariato n. 249 – Ottobre 2016

Related posts