Arti applicate Primo piano 

Napoli Liberty. Città moderna e cosmopolita

A Palazzo Zevallos Stigliano una mostra di arti decorative declina l’originalità dello stile floreale in città. Dipinti, sculture, gioielli, ceramiche ed altro ancora, a evidenziare i caratteri distintivi del saper fare partenopeo.

Il contesto europeo

A cavallo tra Otto e Novecento in tutta Europa si respira aria di cambiamento. Industria e artigianato mostrano i loro progressi nelle arti applicate. Le grandi Esposizioni Internazionali fanno da eco alle novità in ogni settore.
Frutto di suggestioni sedimentatesi nel corso del XIX secolo, i nuovi fermenti decorativi prendono vigore a fine secolo. A veicolarli sono i frequenti scambi culturali e commerciali con i Paesi fuori dall’Europa e gli studi recenti sull’arte dell’estremo Oriente, alla cui leggiadria iconografica si ispira l’originale gusto floreale che intende uscire dal cupo eclettismo storicista.
All’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa di Torino del 1902 lo stile moderno trova ufficialità e denominazione: Liberty, nome direttamente derivato da Arthur Lanseby Liberty, l’inglese proprietario dei negozi di arti decorative a Londra e Parigi, dove è possibile comprare oggetti in linea con le nuove tendenze.

 

Saverio Gatto (Reggio Calabria 1887 – Napoli 1959), “Lo scialle”, 1925, ceramica invetriata, 48×8 cm
(Napoli, collezione Gargiulo)

 

Nel suo progressivo affermarsi in Occidente il Liberty, anche detto Art Nouveau o Modernismo, entra nella vita di tutti i giorni attraverso le sue forme sinuose ispirate alla natura, i colori solari, l’ottimismo diffuso che caratterizza gli anni della Belle Époque prima della Grande Guerra. A portarne il vessillo è soprattutto la facoltosa borghesia in ascesa, la classe imprenditoriale desiderosa di affermarsi socialmente; mostrandosi à la page assorbe le novità offerte dalle arti maggiori e applicate che a loro volta vanno liberandosi del vecchiume accademico ottocentesco. La modernizzazione delle grandi città dal punto di vista architettonico e urbano – grandi spazi per le attività all’aperto, dimore dalle facciate polimateriche e floreali, eleganti negozi alla moda, rinomati luoghi di svago – si deve soprattutto alla necessità di soddisfare le richieste di questa nuova élite esigente.

 

Giovan Battista De Curtis (Napoli 1860-1926), “Sogno a Venezia”, 1890, pastello, olio e tecnica mista su tela, 131×148 cm
(Collezione Intesa Sanpaolo)

 

La nuova Napoli a cavallo tra Otto e Novecento

Le metropoli europee sono le prime ad essere coinvolte nel turbine Liberty a tutto tondo. E Napoli non è da meno, anzi. Da sempre allenata al cambiamento, la città è pronta a fare sue le nuove istanze essendo già di per sé un luogo intellettualmente vivo e ricettivo.
Le Leggi Speciali che finanziano il risanamento e l’ampliamento urbano di fine Ottocento, la ripresa economico industriale in un clima di grande ottimismo, portano al fiorire di progetti che evidenziano la città moderna dei primi decenni del Novecento, un luogo dove intellettuali e scrittori fanno cultura attraverso i giornali: si pensi solo al quotidiano Il Mattino sul quale scrivono Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao o alla rivista Napoli Nobilissima fondata nel 1892 da Benedetto Croce e Salvatore Di Giacomo.

 

Leopoldo Metlicovitz (Trieste 1868 – Ponte Lambro, Como 1944), E.&A. Mele & C., 1907 ca., Manifesto pubblicitario, carta/cromolitografia, 258×155,5 cm
(Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce)

 

Divulgare pubblicamente la cultura – una volta appannaggio dei salotti privati – a Napoli è facile e spontaneo: un teatro, una libreria, una casa editrice, un circolo ma anche un caffè alla moda vanno bene per fare da palcoscenico ai colti conferenzieri presenti nella città cosmopolita. Al Caffè Gambrinus si scambiano idee personaggi di spicco del mondo politico e industriale, al Circolo Artistico si esibiscono musici e poeti, da Treves e Pierro si presentano novità editoriali in ogni campo. Al Circolo Filologico, nel 1894, lo scrittore Vittorio Pica, futuro critico d’arte, tiene la celebre conferenza “L’arte dell’estremo Oriente”.
Ma Napoli è anche una città mondana, con le sue sciantose (Lina Cavalieri, Maria Campi) che si esibiscono al Salone Margherita e le sue canzoni che girano il mondo (Funiculì Funiculà è incisa a New York nel 1899). L’industria cinematografica, anch’essa una realtà locale importante, segna persino un record italiano: la creazione del primo spazio stabile, la Sala Recanati,  cui seguiranno altre fino ad arrivare a 27 sale di visione nel 1906, e questo mentre i produttori e registi napoletani Roberto Troncone e Gustavo Lombardo portano sul grande schermo le esordienti Francesca Bertini (Assunta Spina) e Leda Gys, prime dive del ‘muto’. Non ultimo da sottolineare, il contributo offerto dal settore teatrale nel quale emergono le figure di Eduardo Scarpetta e Raffaele Viviani.

 

La mostra Napoli Liberty. “N’aria ‘e primmavera”

Nel 1898 la Banca Commerciale Italiana prende sede a Palazzo Zevallos Stigliano, in via Toledo. Negli anni Venti del Novecento, su progetto di Luigi Platania, il suo cortile viene trasformato nell’odierno salone dal soffitto in vetri policromi, decorazioni e balconate Liberty.
In questo storico Palazzo, dove trovano sede le Gallerie d’Italia. Spazi per l’arte e la cultura (polo museale Intesa Sanpaolo), si svolge fino al 24 gennaio 2021 Napoli Liberty. “N’aria ‘e primmavera” evento espositivo che mette in risalto l’arte decorativa a Napoli tra il 1889 e il 1915. Il periodo scelto non è casuale. Sono questi, anni di felice progresso in cui, grazie alla richiesta abitativa borghese, prendono nuovo slancio i protagonisti delle arti applicate locali: gli artigiani del ferro battuto, del vetro decorativo, della ceramica…, che in questo periodo svecchiano e rinnovano la produzione, improntandola o semplicemente ispirandola al nuovo gusto naturalistico floreale dalle linee curve a “colpo di frusta”.

 

L’identità del Liberty napoletano si esprime a Palazzo Zevallos attraverso l’esposizione di una settantina di opere in un percorso composto da dipinti, sculture, mobili, gioielli, manifesti, ceramiche, spartiti…, provenienti da collezioni pubbliche e private, oggetti d’arte strettamente connessi tra loro per illustrare sotto il segno dell’unità delle arti la vitalità cittadina di quegli anni.

 

Scrivono i curatori Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca: «La Napoli Liberty è la moderna città borghese che, con le sue strade dritte e ampie, i suoi orgogliosi edifici svettanti sostituisce e risana a partire dal 1884, dopo gli anni drammatici del colera, il vecchio e malsano “ventre di Napoli”, come lo aveva definito la Serao.
Dalle ville e i grandi alberghi che si insediano nei quartieri di Chiaia, del Vomero e di Posillipo dando loro un nuovo volto, al Caffè Gambrinus, ai Magazzini Mele, alla Galleria Umberto I realizzata in ferro e vetro, la città “sale” e sarà pronta, nell’aprile del 1910, ad accogliere Marinetti e i suoi per una memorabile serata futurista al Teatro Mercadante».

 

Mostra Napoli Liberty. “N’aria ‘e primmavera”. Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano. Sala espositiva

 

Protagonisti in mostra sono Vincenzo Gemito (1852-1929), celebre scultore napoletano dalla vita sofferta a causa di una malattia mentale, e Felice Casorati (1883-1963), noto pittore tra i maggiori del Novecento italiano, di cui si possono ammirare alcuni lavori risalenti al soggiorno napoletano dal dicembre del 1907 al marzo del 1911.
Le Arti minori sono presenti con molti raffinati oggetti tra cui i vasi e le tarsie sorrentine che trovarono riconoscimento all’Esposizione Universale di Parigi 1900 e all’Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino 1902, mentre i monili di Alto Artigianato, creati nei materiali simbolo del gusto partenopeo: corallo, madreperla, tartaruga, spuma di lava, illustrano la varietà delle tipiche lavorazioni locali. Ben è rappresentata l’Oreficeria napoletana, settore di antica tradizione che con i suoi maestri pluripremiati (Vincenzo Miranda, Vittorio Emanuele Centonze, Gaetano Jacoangeli, Alfredo Knight) punta al disegno del gioiello di lusso in piena adesione al nuovo stile. E non poteva mancare, nel riportare il panorama delle arti applicate, una piccola ma significativa rappresentanza della La Grafica pubblicitaria, settore che a Napoli conobbe una stagione di grande successo grazie alle aziende (Cirio, Mele, Miccio) che affidarono le loro campagne pubblicitarie ai noti illustratori quali Dudovich, Cappiello, Meticlovitz.

 

Arricchisce l’esposizione “Napoli Liberty” una piccola antologia di famose canzoni napoletane firmate da noti autori dei primi decenni del Novecento: Mario Pasquale Costa, Vincenzo Russo, E.A. Mario, Edoardo Nicolardi, Libero Bovio, Raffaele Viviani, Gabriele D’Annunzio, Ernesto Murolo.
Interessante, il catalogo della mostra (Edizioni Gallerie d’Italia – Skira) che contiene i saggi dei curatori e un testo dello Storico dell’Architettura Renato De Fusco, autore del libro Il Floreale a Napoli, edito nel 1956.

 

Ulisse Caputo (Salerno 1872 – Parigi 1948), “Figura di donna seduta”, cm 44,5×33

 


Napoli Liberty. “N’aria ‘e primmavera”
Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, via Toledo 185 – Napoli
Fino al 24 gennaio 2021
Biglietto congiunto mostra e collezioni permanenti: intero € 5.
Orario: da martedì a venerdì 10-19 (ultimo ingresso 18.30), sabato e domenica 10-20 (ultimo ingresso 19.30); chiuso il lunedì
Modalità di visita in sicurezza, informazioni e prenotazioni su:
www.gallerieditalia.cominfo@palazzozevallos.com – numero verde 800.454229

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