170° Compleanno per la Fratelli Toso
L’antica manifattura Fratelli Toso ha contribuito in modo significativo alla storia del vetro muranese. Una retrospettiva inedita sulla produzione più rappresentativa del Novecento rende omaggio alla sua capacità di coniugare tradizione e innovazione.

“Fratelli Toso. Storie di fabbriche. Storie di famiglie”, a cura di Chiara Squarcina e Caterina Toso, è la mostra che mira a valorizzare la nota famiglia che ha saputo unire arte e impresa coniugando artigianato e design.
Allestita nello Spazio Ex Conterie del Museo del Vetro per celebrare il 170° anniversario dalla fondazione, attraverso il percorso espositivo di oltre 250 pezzi narra l’evoluzione stilistica e tecnica della l’antica manifattura attraverso opere del Novecento in vetro soffiato e murrine, schizzi originali, bozzetti, fotografie e documenti d’archivio custoditi dalla famiglia.
“Oggi, curando questa mostra, riparto dal rigore della ricerca per trasformarlo in racconto visivo, affiancando a questa preziosa eredità nuove chiavi interpretative, approfondimenti e storie ancora inedite, in un dialogo continuo tra passato e presente”, precisa, Caterina Toso, co curatrice dell’evento espositivo.
La vicenda artistica e imprenditoriale
La vetreria, fondata nel 1854 a Murano da sei fratelli della famiglia Toso, ha saputo rinnovarsi di generazione in generazione lasciando un segno indelebile nella storia del vetro artistico fino al 1981, anno della scissione in due diverse società.
Dopo la lunga e grave crisi produttiva che aveva colpito Murano nel primo Ottocento – nei decenni tra la caduta della Serenissima e la dominazione asburgica – Toso è la prima fornace ad avviare nuovamente l’impresa artistica sull’isola. L’attività artigianale iniziale si basa principalmente sulla replica e sull’imitazione degli stili dei secoli precedenti, rievocando i fasti del Rinascimento e del Barocco sulla scia del diffuso spirito revivalistico dell’arte di fine Ottocento.
Nel 1864 la Fratelli Toso partecipa alla Prima Esposizione Vetraria Muranese allestita al Museo del Vetro, presentando un monumentale lampadario di grande impatto formale e tecnico oggi parte delle collezioni del museo, vincendo l’unica medaglia d’oro assegnata e un diploma d’onore.
Nel primissimo Novecento la produzione si concentra su modelli in Stile Antico e Stile Moderno di cui si ricordano le serie Fenicio e Floreali, e inizia la collaborazione con designer internazionali quali Hans Stoltenberg Lerche, appassionato di arti applicate e profondamente influenzato dallo spirito dell’Art Nouveau nordico.
Dagli anni Venti, in sintonia con il gusto déco emergente, si apre la fase segnata da un’estetica più sobria e sofisticata: vetri soffiati leggeri, essenziali nelle forme e raffinati nelle decorazioni. Tra questi spiccano alcuni modelli disegnati da Guido Cadorin negli anni Trenta, e i lavori di Vittorio Zecchin che realizza per la Fratelli Toso i calici sottilissimi dagli steli allungati presentati alla XXI Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 1938.
Intorno al 1930, entrano a far parte della produzione anche vetri meno eterei e più materici, come i pulegosi, gli incamiciati e le paste vitree. Parallelamente, torna a intensificarsi la sperimentazione sul tema della murrina, un must della vetreria Toso. Tra i risultati più originali si distinguono le serie Mutras e Marmorino, nuove tipologie che rompono volutamente con la composizione tradizionale per esplorare effetti scultorei, accostamenti irregolari e stratificazioni cromatiche di forte impatto visivo.
Con una serie di oggetti soffiati leggeri dalle forme naturalistiche, la fornace si presenta alla Biennale del 1940, mentre negli anni del dopoguerra, sotto la direzione artistica di Ermanno Toso, la vetreria rinnova la tecnica della murrina in chiave moderna e dando spazio alla creazione di opere di grande forza espressiva come quelle del maestro Pollio Perelda e di Rosanna Toso, unica donna in ruoli dirigenziali nella storia della ditta, che firmano i pezzi eleganti e contemporanei degli anni Sessanta e Settanta.
Con Giusto e Renato Toso, la produzione degli ultimi decenni si apre al design per l’arredo e l’illuminazione, con largo impiego di vetro cristallo e monocromatico che trasformano gli oggetti in vere e proprie sculture di luce.
Il programma scientifico del Museo del Vetro
Chiara Squarcina, Direttrice Scientifica di Fondazione Musei Civici di Venezia e responsabile del Museo del Vetro di Murano, porta avanti insieme ai suoi collaboratori un progetto che intende ampliare le conoscenze sulla realtà culturale e produttiva delle maggiori aziende vetrarie locali, grazie allo studio del patrimonio materiale e immateriale conservato nel museo stesso.
La mostra sui settant’anni della vetreria Fratelli Tosi è parte di questo programma storico-scientifico avviato negli anni scorsi con “Cento anni di NasonMoretti. Storia di una famiglia del vetro muranese” (2023-2024) e “Donazione Carlo e Giovanni Moretti 1958-2013” (2024-2025).
Immagine in Primo Piano: Allestimento espositivo della mostra “Fratelli Toso. Storie di fabbriche. Storie di famiglie” Museo del Vetro, Murano, Venezia (foto Sergio Camplone)
Fratelli Toso. Storie di fabbriche. Storie di famiglie
dal 12 luglio al 24 novembre 2025
Museo del Vetro, Fondamenta Giustinian 8, Murano – Venezia
Orario: fino al 31 ottobre 10-18 (ultimo ingresso ore 17); dal 01 novembre 10-17 (ultimo ingresso ore 16)
Le operazioni di chiusura del museo iniziano 20 minuti prima dell’orario indicato
Fino al 30 settembre aperture speciali ogni venerdì e sabato fino alle ore 20 (ultimo ingresso ore 19)
Info. Museo del Vetro