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Athena II chiama Pandora IV. Intelligence internazionali reprimono il traffico d’arte

Recuperati 19.000 reperti rubati nel mondo. Parte di essi era in vendita online.
Il sito INTERPOL ne ha dato notizia il 6 maggio scorso, ma la grande indagine che ha portato al successo le operazioni denominate Athena II e Pandora IV era già partita nell’autunno del 2019. Naturalmente, ovvi motivi di sicurezza ne avevano reso necessaria la segretezza.

 

Parte dei 242 reperti sequestrati dalla Polizia Nazionale di Colombia nel corso di una perquisizione domiciliare (foto © INTERPOL)

 

La rete del traffico d’arte e antichità è presente in tutti i paesi e richiede sforzi congiunti per il suo smantellamento.
L’ottimo risultato raggiunto in questa recente repressione ha visto protagonisti: l’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO) e l’INTERPOL per l’operazione Athena II, la Guardia Civil spagnola insieme ad Europol per l’operazione Pandora IV, nel quadro di EMPACT, la piattaforma di cooperazione multidisciplinare degli Stati membri UE e paesi terzi aderenti, che affronta le minacce prioritarie della criminalità internazionale organizzata.
È la seconda volta che le forze mondiali anticrimine lavorano insieme nel campo dell’arte. In più, in questa volta OCU, l’unità di coordinamento operativo attivata 24 ore su 24, ha effettuato controlli presso le banche dati internazionali e agevolato lo scambio di informazioni e avvisi.

 

Oggetti sequestrati dalla Guardia Civile spagnola (foto © INTERPOL)

 

Al termine dell’impresa investigativa sul territorio di 103 paesi, le 300 indagini aperte hanno portato all’arresto di 101 persone sospettate di far parte di reti che trafficano in reperti d’arte sottratti in paesi colpiti dalla guerra e in antichità rubate da musei e siti archeologici.
“Il numero di arresti e oggetti mostra l’entità e la portata globale del commercio illecito di manufatti culturali, dove ogni paese con un ricco patrimonio è un potenziale obiettivo”, dichiara Jogen Stock, Segretario Generale dell’INTERPOL. “Se poi si considerano le notevoli somme di denaro coinvolte e la segretezza delle transazioni, questo presenta anche opportunità per il riciclaggio di denaro e frodi, nonché per il finanziamento delle reti della criminalità organizzata”, sottolinea Stock.
“La criminalità organizzata ha molte facce – aggiunge Catherine de Bolle, direttore esecutivo di Europol – il traffico di beni culturali è uno di questi: non è un’attività glamour gestita da gentiluomini sgargianti falsari, ma da reti criminali internazionali. Non si può guardare separatamente dalla lotta contro il traffico di droga e armi: sappiamo che gli stessi gruppi sono impegnati, perché si generano molti soldi. Dato che si tratta di un fenomeno globale che colpisce ogni paese del pianeta, sia come fonte, transito o destinazione, è fondamentale che le forze dell’ordine collaborino per combatterlo. Europol, nel suo ruolo di Agenzia europea per l’applicazione della legge, ha sostenuto i paesi dell’UE coinvolti in questa repressione globale utilizzando le sue capacità di intelligence per identificare le reti paneuropee alla base di questi furti”.

 

Le transazioni online lasciano sempre una traccia e le forze dell’ordine mondiali hanno già da tempo messo a punto meccanismi comuni per monitorare e prevenire il commercio illecito in rete.
È stata definita “la settimana di pattugliamento informatico” quella svoltasi nei mesi delle indagini sotto la guida dei Carabinieri italiani, a cui hanno partecipato esperti, polizia e doganieri di diverse nazioni. Perché un fatto è certo: parte delle vendite illecite di beni culturali passa attraverso l’offerta online sia dei privati che dei siti. E non deve trattarsi di quota irrilevante se pensiamo che già solo nel corso delle operazioni Athena II e Pandora IV sono stati individuati e sequestrati 8.670 oggetti che rappresentano il 28% dei 19.000 manufatti recuperati in totale, e che la sola indagine su un singolo caso ha portato al più grande sequestro per tipologia: 2.500 monete antiche sottratte alla vendita online dalla Polizia Federale Argentina.

 

Alcuni reperti precolombiani recuperati dalla Polizia Nazionale spagnola. Tra essi una maschera d’oro Tumaco ritenuta pezzo unico (foto © INTERPOL)

 

Delle tante operazioni svolte dalle polizie dei Paesi partners: Afghanistan, Argentina, Cile, Colombia, Repubblica Ceca, Italia, Lettonia, Romania, Spagna, alcune meritano particolare menzione.
La Polizia Nazionale spagnola, in collaborazione con la Polizia Nazionale di Colombia, ha recuperato all’aeroporto di Barajas a Madrid diversi rari reperti precolombiani: figurine d’oro, oggetti di antichi gioielli e un pezzo unico, una maschera d’oro Tumaco. Tre trafficanti sono stati arrestati in Spagna mentre le autorità colombiane hanno trovato altri 242 reperti nel corso delle perquisizioni dei domicili a Bogotá. Si tratta del più grande sequestro mai realizzato nella storia del paese sud americano.
In Afganistan la dogana locale ha intercettato 971 oggetti culturali all’aeroporto di Kabul proprio quando stavano per volare ad Istanbul, in Turchia, mentre la Latvijas Valsts Policija, polizia di Stato lettone, ha portato a segno il secondo più grande sequestro di monete antiche: 1.375 pezzi in totale.

 

L’attività investigativa che in diverse parti del mondo ha portato al recupero di oggetti archeologici, ceramiche, armi storiche, monete, dipinti, fossili, ecc…, ha fruttato a 6 forze di polizia europee anche il sequestro di 108 metal detector, circostanza questa che evidanzia quanto la ricerca illegale nel sottosuolo sia fiorente ed ancora fruttuosa nel nostro continente.

 

Oggetti di scavo sequestrati in Italia dai Carabinieri (foto © INTERPOL)

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