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Collezioni d’ossessione. Dal cavatappi a Bob Dylan, torna “Mercanteinfiera”

Multiuso, tascabili, a leva, a meccanismo semplice. Nel ’700 non stappavano solo le bottiglie, ma venivano utilizzati – nella loro versione gioiello – dalle donne dell’aristocrazia per aprire le boccette dei profumi, sigillati con tappi di sughero. È la storia di lunga durata del cavatappi protagonista della collaterale di Mercanteinfiera “In vino veritas: le infinite forme del cavatappi”, realizzata insieme ai Musei del Cibo di Parma, alle Fiere di Parma dal 30 di settembre all’8 ottobre.

Un oggetto d’uso quotidiano disegnato per la prima volta da Leonardo Da Vinci, che nel Codice Atlantico, ci ha lasciato una serie di schizzi (1482-1499). Del resto le origini del cavatappi risalgono proprio al XV secolo: secondo una prima ipotesi deriverebbe dall’attrezzo a spirale usato dai soldati per rimuovere le palle di piombo incastrate nelle canne dei fucili ad avancarica. Secondo un’altra ipotesi il precursore dei cavatappi sarebbe stato il punteruolo per botti. Il primo brevetto della storia risale invece alla fine del Settecento. Da allora fu un susseguirsi di innovazioni e brevetti: agli inizi del XIX secolo nacque il cavatappi detto “a farfalla”; nel 1828, in Francia, quello “a rubinetto”, dieci anni dopo quello “a doppia vite”. Per avere il primo brevetto italiano sarà necessario attendere il 1864. Nacquero poi i cavatappi “a cremagliera” o “a pignone” e quelli “a manovella”, che ricordavano dei mini macinini da caffè; il cavatappi che noi più conosciamo, “a leve laterali”, risale alla fine dell’Ottocento.

 

“L’oste”, Federico Andreotti, 1890, olio su tela, collezione privata

 

C’è chi colleziona cavatappi e chi invece “colleziona” Bob Dylan, come Paolo Brillo, che con un’ossessione degna di un entomologo, armato “solo” di costanza e di una macchina fotografica, ha letteralmente immortalato ogni istante dei concerti del grande cantautore americano. Il risultato è un libro affascinante e magnifico, “No Such Thing As Forever”, 250 scatti che documentano 30 anni di concerti, una selezione dei quali si potrà ammirare alla collaterale di Mercanteinfiera “Paolo Brillo. Stolen Moments. Bob Dylan and Other Music Icons” realizzata in collaborazione con la Galleria di Milano Antonio Colombo Arte Contemporanea.

 

Bob Dylan, Assago Milano 2011, foto di Paolo Brillo. Stampa a getto di inchiostro

 

“Stolen Moments” è la seconda delle tre collaterali di Mercanteinfiera che, in questa nuova edizione, propone anche “Comunicare la moda: immaginari di genere, 1960-1980. Un percorso negli archivi CSAC”. La mostra propone una lettura dei molteplici intrecci tra makeover culture, media e gender studies partendo dallo studio dei materiali originali conservati negli Archivi della Moda del Centro Studi e Archivio della Comunicazione Visiva di Parma. Il percorso espositivo affronta la trasformazione del sistema moda tra fine Sessanta e Ottanta indagandone anche la comunicazione in una fase in cui femminile e maschile si fusero stilisticamente con uno stesso linguaggio. Un decennio, quest’ultimo, che è stato rilevante per affermare il valore della multidisciplinarietà nelle ricerche sulla moda, sia per un’analisi del presente, sia per la sua storicizzazione.

 

Collezione abbigliamento Callaghan. Mare Moda Primavera/Estate, 1979

 

Restano però l’antiquariato, il design storico, il modernariato e il collezionismo vintage l’anima di Mercanteinfiera, un salone per cacciatori di memorie.
Negli spazi del salone si trova infatti il modernariato, quella serie di oggetti che sembrano essere stati abbandonati dal flusso della vita come vecchie bambole di inizio ’900 o suggestivi album di fotografie a carillon. Il design d’autore, ovvero mobili e complementi per la casa che vanno dal secondo Dopoguerra fino agli anni Ottanta firmati da designer universalmente riconosciuti come “maestri”: Gio Ponti, Gaetano Pesce, Franco Albini, Joe Colombo e Vico Magistretti solo per citarne alcuni. Poi la storia dell’arte, cinque secoli di stile e del gusto (barocco, neoclassico, Art Decò solo per citarne alcuni) cui si affianca da sempre l’archeologia, trasformando il salone di Fiere di Parma nella patria del cross collecting: un collezionismo eclettico, che ignora le classificazioni a favore di un accostamento inedito e audace tra opere ed oggetti. A sfilare nei quattro padiglioni del polo fieristico, infine, gioielli anche antichi, le grandi firme dell’orologeria da collezione (Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin, Patek Philippe, Hublot) e tutto l’arsenale seduttivo della moda d’antan: elegante e sostenibile che nessuna donna considererebbe mai superflua.

 

 


Mercanteinfiera  Autunno
dal 30 settembre all’8 ottobre 2023
Fiere di Parma – Viale delle Esposizioni 393/A
Orario: 10-19
Ingresso: 15 Euro (alle casse); 12 Euro (on line); gratuito per ragazzi fino a 14 anni
Il 30 settembre e 1, 7 e 8 ottobre (sabato e domenica) i visitatori che esibiranno il biglietto di Mercanteinfiera, potranno ottenere l’ingresso gratuito al Museo del Vino di Sala Baganza.

Centralino Fiere di Parma – tel. 0521-9961
Per info. www.mercanteinfiera.it

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